I T I N E R A R I
Mercoledì 26 settembre 2012
Rocche bianche e dintorni
Segnavia: vari
Difficoltà: facile
Riferimenti lungo il percorso: Castello Locella, Mulino
dell’Acquaviva, Portio (Municipio),
Monumento delle Rocche Bianche, Colla del Termine
Tempo di percorrenza: circa 4h misto auto e trek (andata
e ritorno)
Distanza: 31km circa (andata-ritorno)
Nota: percorso panoramico, storico, naturalistico
Partendo in auto da Finale Ligure Pia, frazione
Calvisio, si ripercorre verso monte il torrente
Sciusa, in direzione Vezzi Portio. Superato
l’incrocio per Verzi e la Val Ponci, poco prima
di entrare in una gola si può ammirare sul lato
destro quello che resta del nucleo abitativo
tardo medievale denominato Castello Locella,
posto alla confluenza tra lo Sciusa e il Rio
Ponci, oggi ristrutturato e adibito a dimora
privata (foto01-02-03). Il primo tratto della
carreggiabile è situato sul fondo valle, quasi
pianeggiante, ma la strada è stretta e tortuosa
e occorre prestare attenzione alle auto che si
incrociano in senso opposto. Le piazzole
permettono di osservare con attenzione il
torrente, che in alcuni tratti crea delle
suggestive pozze d’acqua. Da una di queste parte
la canalizzazione che permette l’irrigazione
degli orti di Calvisio. Tra la vegetazione
spiccano alcuni fichi selvatici. La valle in
questo tratto è ricca d’acqua, non di rado ci si
imbatte in tratti d’asfalto bagnati fino a
raggiungere il Mulino d’Acquaviva (foto04), già
illustrato nella sezione spigolature di Sentieri
in Liguria (http://www.sentierinliguria.altervista.org/belenda/index.htm).
Passato l’incrocio con il Ponte e la Valle
Cornei (crf itinerario
http://www.sentierinliguria.altervista.org/cornei/cornei.htm)
la strada inizia a salire, dopo aver lasciato
sul lato sinistro alcuni capannoni in passato
adibiti alla lavorazione della pietra del Finale
(ex cava Sepe). Alzando lo sguardo si possono
osservare alcuni tratti di cava dismessa. Sul
lato destro alcune colonie di isophylle
penzolano giù saldamente ancorate alle rocce. Si
supera l’incrocio a sx per Boragni ed Orco, un
rettilineo in primavera macchiato dal giallo
delle mimose e un ripido svoltare con gomito a
destra, direzione Portio: ci stiamo immettendo
nella alta valle Sciusa. Andando diritto si
passerebbe invece sotto il viadotto
autostradale, inerpicandosi poi verso le borgate
San Filippo e successivamente San Giorgio,
raggiungendo comunque il Municipio di Vezzi
Portio, da cui parte la deviazione per le Rocce
Bianche (Rocche Gianche). Salendo verso la
borgata di Portio, già si intravede in
lontananza la nostra mèta (foto06). Superata la
parrocchiale (foto06) ed il salone polivalente,
ci si inerpica ulteriormente sino all’incrocio,
da trascurarsi, per Le Manie, Voze e Noli.
Questo e altri tratti del percorso ospitano nel
mese di marzo una prova speciale del Rally
Riviera Ligure di Spotorno, in notturna. Dopo
alcune decine di metri si volta a sinistra per
le borgate San Giorgio e San Filippo. Si
prosegue sulla strada principale fino ad
incrociare, il municipio. Subito dopo la curva a
gomito si gira a destra e si inizia a salire. Il
tratto alterna asfalto a sterrato per confluire
con la Via dei Tedeschi proveniente da Segno di
Vado Ligure (foto07). Ci avviciniamo.
Oltrepassato l’agriturismo e la borgata Cà de
Gatti (foto08), la vista che si apre sulle valli
del finalese e del ponente ligure, l’isola
Gallinara in primis è a dir poco spettacolare,
nebbia e controluce rendono il tutto ancora più
magico… (foto09-10). Qualche decina di metri e
si raggiungono le Rocche Bianche, zona inserita
nel Sistema provinciale delle aree di interesse
naturalistico ambientale (foto11-12). Trattasi
di affioramenti grigiastri calcarei, con modesti
fenomeni carsici, già in precedenza visibili a
km di distanza per il particolare colore, resi
ancor più evidenti dalle attività estrattive di
una cava oggi dismessa. Qua e là qualche ciuffo
di lavanda selvatica (foto13). In alcuni tratti
si ergono torrioni lavorati dal vento
particolarmente suggestivi (foto14-15-16).
L’area ospita un monumento dedicato alla Memoria
della Resistenza (foto17-18). Il luogo nel 1944
era stato utilizzato dai partigiani come
palestra di addestramento, abbandonato poi per
la mancanza di acqua potabile. La maggior parte
delle zone limitrofe, dal Colle del Termine al
Monte Alto, dal Colle di San Giacomo a Pian dei
Corsi fino al Melogno segnalano la presenza di
rifugi e accampamenti. Parcheggiamo l’automobile
nei pressi del Monumento. Questo è stato eretto
per ricordare il rastrellamento nazifascista del
28 novembre 1944 in cui caddero uccisi i
partigiani di una Brigata Garibaldina, nomi di
battaglia: Diego, Leo Carillo e Job. Sembra che
al nemico fossero state inflitte perdite, più o
meno gravi a seconda delle fonti. “I Comuni di
Vado e di Quiliano per mantenere viva la memoria
dell’evento fecero sospendere le attività
estrattive della cava di pietra dove era stata
sistemata la trincea (foto19), contribuirono a
valorizzare il sito delle rocce sporgenti poste
a difesa del passo, che porta alle Tagliate,
ricavando un incavo monumentale in pietra.
Nel 1946, grazie allo scultore Achille Cabiati
(Michelangelo) le Rocce Bianche vennero
ricordate con una scultura di colore bianco che
rappresentava il “partigiano che spezza la
catena””. Il monumento, corredato da un’epigrafe
di Calamandrei (foto20), ha subìto negli anni
diverse integrazioni sino alla ristrutturazione
del 1995, resasi necessaria a causa di un atto
vandalico.
Costeggiando le Rocche (foto21) si può
percorrere un sentiero carrabile - per un tratto
si sdoppia per i due sensi di circolazione
(foto22) - che si inoltra in una splendida
faggeta (foto23) popolata, nei mesi autunnali da
gruppi di cacciatori e cercatori di funghi. Il
ponente in precedenza ammirato viene sostituito
dalla visione di Savona e della valle di Vado
(foto24-25). La zona, protetta da vincoli
ambientali è ricca di varietà botaniche che in
primavera producono un fiorire da più parti
segnalato. Inoltrandosi nel sentiero (foto26)
che porta alla Colla del Termine, dopo aver
incrociato sulla sinistra quello che porta alla
Colla di San Giacomo, si oltrepassano sorgenti e
ruderi (foto27-28-29-30-31), uno di questi era
una vecchia colonia estiva ricostruita poi nei
pressi della Colla.
Sul lato destro del sentiero è ben visibile
l’intera area delle cosiddette “Tagliate”. La
citata colonia estiva (foto32-33), denominata
“delle Tagliate” e fondata nel 1949 da don
Angelo Genta (a cui è dedicata) in una zona a
cavallo tra i comuni di Quiliano e Vado, è
gestita dalla parrocchia di Valleggia e ospita
soggiorni estivi anche tematici (negli ultimi
anni promossi anche dall’ANPI).
L’ampia radura della Colla del Termine
(foto34-35), punto di incontro di numerosi
sentieri, è anticipata da un gran numero di
tronchi (foto36) accatastati e ospita un’area
pic nic con un pannello illustrativo sui luoghi
e i movimenti dei partigiani durante la lotta di
Liberazione (foto37).
Luca Sibona
Le fotografie sono state realizzate nei mesi di
settembre e dicembre 2012 da Alfredo Izeta, Luca
e Susanna Sibona.
Bibliositografia:
D. AROBBA, R. GROSSI e G. MURIALDO (a cura di),
Castello di Locella. Un nucleo abitativo in
Valpia tra Medioevo ed Età Moderna, Istituto
Internazionale di Studi liguri - Sezione
Finalese, Finale Ligure, 2004.
A. LUNARDON, La Residenza Vadese, ISREC, Comune
di Vado Ligure, 2005. Testo scaricabile al link
http://www.isrecsavona.it/pubblicazioni/pdf/La%20Resistenza%20vadese%20.pdf
PROVINCIA DI SAVONA, Sistema provinciale delle
aree di interesse naturalistico ambientale –
scheda illustrativa – cod. provinciale 13-VA_Rb
“Rocche bianche”, scaricabile al link
http://cartonline.provincia.savona.it/dprcartine/vinc_arprot/13-va-rb.pdf
Luca
Sibona - marzo 2013
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