S P I G O L A T U R E
Finale Ligure tra storia e preistoria: menhir e dolmen
presso la Torre di Bastia
Monumenti preistorici
o formazioni rocciose naturali/protostoriche?
Mercoledì 17
agosto 2011
Fotografie di Alfredo Izeta
La Liguria è
ricca di valli fossili che hanno conservato le caratteristiche proprie della
preistoria: il fenomeno del carsismo ha consentito la formazione di grotte,
che, unitamente ai numerosi ripari sottoroccia, hanno ospitato prima l'homo
erectus e poi l'homo sapiens attirati dal clima favorevole della zona. In
questo contesto il Finalese è particolarmente favorito: in quasi tutte le
sue 150 grotte sono stati ritrovate testimonianze della presenza umana, in
particolare risalente al paleolitico ed al neolitico (fra le più importanti
vanno menzionate le caverne delle Fate, della Pollera e delle Arene
Candide).
Mancano invece monumenti preistorici come dolmen e menhir: esistono tuttavia
composizioni litiche riconducibili a tali forme anche se non esiste la piena
certezza delle loro origini.
Menhir
Nella parte posteriore della Caprazoppa, maestosa collina che sembra
scorrere nel mare, nei pressi della carrozzabile Verezzi (frazione di Borgio
Verezzi) e Gorra (frazione di Finale Ligure) si trova una costruzione
duecentesca (attribuita ad Enrico II Del Carretto) denominata Torre di
Bastia edificata sulla cima dell'omonimo colle (321 metri s.l.m.).
Percorrendo il ripido sentiero che conduce alla torre e nei pressi della
stessa si notano, due presunti "mehnir", uno integro ed il secondo spezzato
in due tronconi. Va detto che il Museo Archeologico di Finale Ligure ha
espresso seri dubbi sulla natura artificiale dei due frammenti,
classificandoli come rocce emergenti dal terreno per la mancanza di
manufatti presso la loro base, manufatti che tuttavia potrebbero essere
stati cancellati dalla sfruttamento agricolo dell'area, continuato sino alla
seconda metà del secolo scorso. Nonostante le incertezze, è peraltro
suggestivo considerare i due spuntoni come opera dell'uomo.
Dolmen
A poche centinaia di metri dai due "menhir", nei pressi di un traliccio e di
un'attrezzatura composta da fili elettrici ed isolatori, troviamo un
presunto "dolmen".
In questo
caso la struttura è sicuramente attribuibile all'uomo:
la forma della camera interna è trapezoidale (m. 1.90 x
2.10, altezza 85 cm. ca.). E' piuttosto singolare la
copertura: spessa ca. 20 cm., copre il manufatto con due
tronconi somiglianti ad una punta di freccia. Da notare
che innanzi all'apertura della camera è posto un
"pilastrino" in pietra, che probabilmente in passato era
parte del "dolmen" (non saprei dire come).
I riscontri archeologici sono rari: uno studioso ha
visto un orientamento correlato alle fasi lunari.
Se posso esprimere un'opinione, il "dolmen" sembra un pò
troppo lavorato e preciso per essere attribuito alla
c.d. età della pietra.
I lettori possono esprimere il proprio giudizio
visionando la sottostante galleria fotografica.
Alfredo Izeta - settembre
Un altro monumento litico si può
osservare sugli speroni rocciosi posti
nella parte alta dell'Arma Strapatente, scenografica caverna a due sbocchi
che si apre sul muro di Boragni (frazione medioevale di Finale Ligure con la
caratteristica strada coperta),
raggiungibile da Orco attraverso la Val Nava:
sopra l'entrata della grotta è visibile un
"dolmen" (in realtà si tratta di un altare sacrificale protostorico di difficile datazione), che
possiamo definire piuttosto raro in Liguria. Favoriti dal clima dolce della
Ligiuria, i nostri progenitori hanno popolato sin dal paleolitico quasi
tutte le oltre centocinquanta grotte e caverne del Finalese, strappandole
agli animali.
L'immagine dell'altare è stata gentilmente fornita da Giuseppe
Vicino, ex-Conservatore del locale Museo Archeologico.
Cliccare sulla miniatura presente in questo spazio per ingrandirla e
visualizzare l'altare. (A.I.)
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