S P I G O L A T U R E
Il promontorio di Capo Noli ospita una costruzione in
rovina
In essa aveva abitato il genovese Capitano Enrico
Alberto d'Albertis
Fine agosto 2011
Cercare di
sintetizzare il ritratto di Enrico Alberto de Albertis (1846-1932) è quasi
impossibile. Ogni Comune del Ponente ligure, a partire dalla natia Voltri di
Genova, dovrebbe conservarne il ricordo, custodire gelosamente un cippo,
meglio se un mezzo
busto. Il problema è capire quale ramo dell’ardire scientifico,
archeologico, paleontologico, naturalistico, antropologico o che dir si
voglia se ne voglia fare finalmente e legittimamente carico, visto il suo
eclettismo, tipico del periodo in cui visse.
Compiuti
gli studi, trascorse i primi anni in marina militare per successivamente
approdare a quella civile. Infine, con il ricavato della vendita di quote
dell’azienda di manifatture tessili di famiglia, divenne esploratore a tutto
tondo dedicandosi completamente ai suoi innumerevoli interessi, alcuni tra
questi già citati, a cui si devono aggiungere le attività sportive,
l’interesse per Colombo, e …. l’hobby di costruir meridiane.
Il Capitano compie per tre volte il giro del mondo con i suoi due cutter
Violante e Corsaro e fonda a Genova nel 1879 il primo yacht club italiano.
Studioso di navigazione, decide di percorrere il viaggio dello scopritore
delle Americhe con il solo suo strumentario, in occasione del quarto
centenario dalla scoperta.
L’amore smisurato per il mare lo porta inoltre a costruire all’interno del
Castello di Montegalletto a Genova, da lui donato alla città e oggi sede del
Museo delle Culture del
Mondo, una stanza che riproduce perfettamente la
cabina di una nave. Questo però non è sufficiente. Compra Capo Noli e lì
costruisce il suo
Eremo, in perfetto stile coloniale, il cui interno doveva sembrare quello
delle sue imbarcazioni.
L’Eremo. E’ questo un luogo di selvaggia solitudine, oggi decadente, ma
messo in sicurezza dalle reti metalliche che avvolgono parte di Capo Noli.
Era nato per essere, insieme alla Torre del Campese all’Isola del Giglio, il
suo paradiso estivo, quando i lunghi periodi trascorsi a navigare glielo
permettevano. Si narra di un giardino botanico nello spiazzo ora inesistente
davanti alla costruzione, così come di un albero di nave eretto per il
quotidiano
alzabandiera. Anche la torre, fatta costruire sulle rocce
sovrastanti l’edificio, non ha retto alle mine tedesche della seconda
guerra.
Nel finalese D’Albertis, esplorò grotte ed anfratti: in primis quello delle
Fate, si impegnò nel fornire una forma alle cavità delle Arene Candide, ebbe
Arturo Issel come amico.
Si
attivò nella salvaguardia della lucertola ocellata, delle aromatiche di
Capo Noli, rese onore ai pescatori locali ponendo una Madonnina tra i suoi
anfratti battuti dai flutti, proprio sotto la Chiesa di Santa Margherita, in
memoria del salvataggio del Transilvania
(1917). Purtroppo la processione
via mare che per qualche decennio ogni primo giugno la raggiungeva, sembra
essere stata soppressa per motivi di sicurezza.
Non affrontiamo in questa sede le sue imprese al largo del mar Ligure: il
pattugliamento volontario del Mar Tirreno durante la prima guerra mondiale,
le esplorazioni delle culture africane, la prima traversata italiana del
Canale di Suez, le collaborazioni agli scavi di Luxor in Egitto con
Schiapparelli, San
Salvador, i viaggi in Europa.
Costruttore di oltre 100 meridiane disseminate per il mondo, una decina
delle quali oggi presenti al Montegalletto, si rese protagonista di curiose
“imprese” come quella di percorrere su di un velocipede il tratto Genova -
Torino o a piedi la distanza tra il capoluogo ligure e Nizza.
La sua esistenza è ampiamente documentata dalle oltre 20.000 fotografie
scattate e che da anni impegnano nella catalogazione la pronipote Anna, dai
suoi scritti e dai suoi diari, oltre che da un discreto numero di pagine a
lui dedicate.
Luca Sibona - settembre 2011
|
Bibliografia
Anna d'Albertis, "Marinaio Gentiluomo.
La vita avventurosa di Enrico D'Albertis un moderno
viaggiatore di altri tempi", 2005, Il Golfo, Genova.
De Pascale, "Enrico Alberto D'Albertis:
il finalese e la collaborazione con Arturo Issel, in
La nascita della Paletnologia in Liguria, Atti del
Convegno, Bordighera 2008 pp.337-346.
Antonella Marotta, a cura di. “Capo
Noli e dintorni tra ’800 e ’900 nelle fotografie del
capitano Enrico d’Albertis”. Comune di Noli (2006).
De Pascale, "Enrico Alberto D'Albertis:
come un semplice touriste diventa dilettante archeologo",
in: Trasparenze, 16/2002, Edizioni San Marco dei
Giustiniani, Genova, pp. 87 - 94.
Béguinot A., "L'opera scientifica e
marinara del Capitano Enrico A. d'Albertis", in:
Atti della Società Ligustica di Scienze e Lettere di
Genova, vol. XII, fasc. 1-2 (1932).
Sito ufficiale del Museo delle Culture
del Mondo
(un dettagliato elenco degli scritti di
d’Albertis si trova su
http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Alberto_d'Albertis
) |