I T I N E R A R I
Lunedì 19 settembre 2011
Monte di Capo Noli-Noli
Segnavia: cerchio vuoto con diametro orizzontale (parte iniziale e finale);
indicazioni del Sentiero del Pellegrino
Difficoltà: facile se sola andata, medio se andata e ritorno
Riferimenti lungo il percorso: Postazione militare (Semaforo di Capo Noli), Grotta dei briganti o Antro dei falsari, Eremo del Capitano de Albertis, Chiese di Santa Margherita e Giulia,
Lazzaretto e Chiesa di San Lazzaro, Chiesa di San Paragorio
Tempo di percorrenza: circa 2h per poter visionare con calma i siti (andata)
Distanza: 4,5km circa (andata)
Nota: percorso panoramico, storico, naturalistico e archeologico
 

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foto A


foto B


foto C


La passeggiata in questione (fotoA) può essere gestita come prosecuzione del percorso Varigotti - Capo Noli, già affrontata in precedenza e come questa è caratterizzata da splendidi scorci paesaggistici (foto1) su un arco di Liguria che va dal Capo di Portofino a Capo Mele, nelle giornate più limpide è possibili vedere i lontani scogli della Corsica. Altri elementi che la collegano al sopra citato sono le rispettive appartenenze al cosiddetto Sentiero del pellegrino, recentemente così denominato dal Comune di Noli.

Della postazione militare del monte di Capo Noli, dicasi anche Semaforo (foto2), pertanto già si è scritto. In questo caso lo si identifica come punto di partenza (invece che di arrivo). Chi volesse compiere le passeggiate in due momenti diversi sarà indispensabile giungere in auto (o meglio a piedi) sino a questo punto partendo dall’altipiano delle Manie (attenzione, l’ingresso non è segnalato, si trova sulla carreggiabile Le Manie – Voze sul lato destro dopo il camping La Foresta e prima di quello Terre Rosse).

Il sentiero è inizialmente contrassegnato con il simbolo cerchio con diametro orizzontale (foto3), anche se presto lo si dovrà lasciare in quanto ci porterebbe subito a San Lazzaro tralasciando alcune mète importanti di notevole interesse archeologico, storico e naturalistico. In discesa, nel suo primo tratto sono presenti alcune ripide scorciatoie per eliminare dei tornanti. In uno dei numerosi falsi piani le prime panoramiche su Noli (foto4), Voze (foto5), Bergeggi e il savonese (foto6).  A circa 10’ dalla partenza, già lasciato il segnavia, in prossimità di una curva una freccia segnala la deviazione sulla destra (foto7) per la Grotta dei briganti o Antro dei falsari (da qui 10’). Percorrendola ai suoi lati si aprono brevi diramazioni verso punti di interesse, uno strano tetto che lascia immaginare un’abitazione costruita sulla scogliera di Capo noli (foto8), strapiombi (foto9) e la stessa grotta (un piccolo buco nella roccia che lascia intravedere il mare. Il sentiero si restringe ed aumenta la pendenza in discesa (foto10) sino a giungere all’Antro (foto11).  Per entrarvi occorre passare sotto l’apertura fotografata in un secondo buco. La grotta è posizionata sopra la Via Aurelia (foto12, 13), una sorta di “buco sul mare” di notevole impatto e bellezza. Ancora alcune immagini non scattate durante la passeggiata che la riprendono dalla statale (fotoB) e dal mare (fotoC). Al suo interno (foto15) tracce di muretti che si dice di epoca romana, un’apertura sulla sommità (foto14) e numerosi massi posti in posizione verticale (foto16). Il luogo è frequentato e purtroppo se ne scorgono evidenti tracce. La particolare via di ingresso/uscita è degna di essere immortalata (foto17).

Risaliti sul sentiero principale verso Noli dopo qualche minuto si raggiunge un bivio non segnalato. La diramazione sul lato destro si immerge nella vegetazione (foto18) e dopo alcuni zig-zag tra i lecci si giunge all’abitazione il cui tetto era stato visto in precedenza (foto19). Ci si trova all’estrema propaggine del Capo, dove il Capitano Enrico d’Albertis fece costruire alla fine del 1800 il proprio Eremo (foto20).  Vissuto a cavallo tra i precedenti due secoli fu navigatore instancabile, esploratore e studioso dagli innumerevoli interessi. Alla sua morte lasciò alla Città di Genova la sua residenza cittadina, il Castello di Montegalletto e le sue numerose raccolte di oggetti (tra cui spiccano armi e meridiane) e fotografie raccolti, costruiti e scattate in tutto il mondo. L’Eremo (foto21), costruito in stile coloniale e simile alla cabina di una nave, era la sua residenza estiva prediletta (foto22). Per ulteriori approfondimenti sul personaggio visitare la sezione “Spigolature”.  Un rapido sguardo, in basso, alla via Aurelia (foto23), con il rischio di perdersi incantati nelle piazzole una volta parte di un giardino con piante provenienti da ogni dove. Anche questo luogo, come purtroppo altri in queste zone (non si dimentichi però la molteplicità di cosiddette emergenze e le scarse disponibilità economiche a supporto) necessiterebbe miglior sorte. In basso, visibile solo dal mare, in un anfratto tra gli scogli, una madonnina che il Capitano collocò in omaggio ai pescatori nolesi.

Si prosegue il percorso ritornando sul sentiero principale, non l’unico, ma il più sicuro e, lasciati alcuni recenti ruderi (foto24) sul lato sinistro, si raggiungono i ruderi delle Chiese di Santa Margherita e Santa Giulia (foto25, 26).  Distrutte da un incendio ad opera dei tedeschi nei giorni della Liberazione, mète di pellegrinaggi sino ad allora (foto27), alcune loro parti hanno origine intorno alla metà del X sec, altre sino al XIV. Alcuni propendono per l’ipotesi di un’unica chiesa costruita su luoghi di culto pagano, altri per due addossate l’una contro l’altra. In stile romanico, ne rimangono (foto28) le absidi (la più significativa è quella centrale) e alcuni suoi tratti richiamano per alcune particolarità (bacini murati) la Chiesa di San Paragonio in Noli.  L’ingresso allo spiazzo antistante era probabilmente delimitato da un muretto con cancello (foto29). Il campanile è andato completamente distrutto (foto30). La zona, come tutte quelle a ridosso del mare, è caratterizzata dalla presenza dell’euforbia arboraea (foto31), pianta delle aree africane del mediterraneo, velenosa, che ha la particolarità di perdere completamente le foglie dal periodo tardo primaverile, per limitare al minimo il ciclo vegetativo durante le alte temperature, vedendole poi ricrescere da metà settembre e raggiungere la fioritura all’inizio della primavera.

Il primo tratto verso il lazzaretto e la Chiesa di San Lazzaro è estremamente panoramico (foto32) per poi inoltrarsi verso l’interno in una valletta fresca dalla quale è già visibile la prossima mèta (foto 33, 34). Prima di virare verso il lato dove sono ubicati i resti, sul lato sinistro compare il sentiero contrassegnato dal segnavia citato ad inizio percorso (foto35,36). I due siti (foto37, 38) sono stati  recentemente valorizzati (foto39) e ripuliti (cfr. Sentiero del pellegrino). Del lazzaretto, eretto nel 1250 e posto sopra la Chiesa (vedi foto precedenti) rimane poca cosa: qualche muro e una stanzetta completa seminascosta dagli arbusti di salsapariglia (foto40).  Ebbe successivamente funzione di ricovero per i marinai colpiti da malattie contagiose. Poco più in basso compare quel che resta della minuscola Chiesa (foto41, 42, 43), in realtà forse solo una cappella del complesso, e di una struttura eretta in epoca successiva (foto44).

L’ultima parte del percorso si inoltra in fasce e orti curati (foto45) e incrocia alcune ville (foto46) che anticipano l’ingresso nella cittadina dalla Piazza dell’antica sede vescovile (foto47, 48). La passeggiata non può concludersi senza una tappa alla Chiesa di San Paragorio (foto49). I pannelli illustrativi sono molto dettagliati se ne consiglia la lettura. La Chiesa (foto50) è riconosciuta ufficialmente come uno dei monumenti protoromanici (foto51) più importanti della Liguria. Gli scavi, che si sono susseguiti a partire dal 1889 hanno portato inoltre alla luce sotto l’edificio i resti di una Chiesa paleocristiana (foto52).  Per ulteriori approfondimenti si visiti il sito Piazza Scala (visualizza la pagina).

Luca Sibona - settembre 2011


 
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foto 1


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foto 52
Le fotografie sono state realizzate da Luca Sibona e Alfredo Izeta
     
 

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 Sentieri in Liguria - ottobre 2011