Finale Ligure - visita guidata alla caverna delle Arene Candide
di Alfredo Izeta
Caprazoppa (Finale
Ligure), 25 settembre
2021 - Non salivo alle
Arene Candide da alcuni
anni: mi piace ricordare
che entravamo nella
grotta da ragazzini
grazie alla mancanza di
una sbarra nella
cancellata metallica che
impediva l'accesso ma
allora non avevamo
nozioni di archeologia
(neppure elementari) e
scendevamo con qualche
difficolta' in un
cunicolo che si apre
sulla sinistra e
prosegue per un
centinaio di metri o
poco piu', a quanto mi
risulta privo di
attrattive "preistoriche"
ma da noi giudicato piu'
interessante e
avventuroso.
In realta' la parte
importante era quella
sulla destra che celava
tracce, umane e animali, delle varie
epoche, dal paleolitico
superiore, al neolitico,
all'eta' dei metalli,
sino al Medioevo, quando
serviva da rifugio
contro le incursioni
saracene che, partendo
da Frassineto (Cannes),
martoriavano il Ponente
ligure. E' sicuramente
la caverna piu'
interessante a livello
europeo per la ricchezza
dei reperti ritrovati e
la loro qualita'. Sono
ritornato oggi per una
visita guidata.
La grotta e' stata ininterrottamente abitata per almeno 35000 anni, dal paleolitico superiore all'epoca bizantina: e' interessante notare la suddivisione sui generis in diversi ambienti (cucine, salotti, camera da letto, stalla, area cimiteriale) riconoscibili ancora oggi dai reperti trovati in loco (di particolare interesse i vasi a bocca quadrata e le statuine della "dea madre").
Dopo un'intensa opera di ricerca, il primo archeologo (Issel) aveva raggiunto gli strati del neolitico (da 5000 a 10000 anni fa) e riteneva che la grotta non celasse altri segreti per la presenza di una lastra di pietra che lasciava presumere di aver toccato il fondo. Solo negli anni '30 del XX secolo un'ispezione della Sovrintendenza di Genova era arrivata a conclusioni opposte. e aveva ripreso a saggiare il sito estraendo un'incredibile quantita' di materiale.
Ai nostri giorni gli scavi arrivano al paleolitico superiore (35000 anni fa): e' probabile che esista una stratigrafia piu' profonda e antica che contenga testimonianze del Neanderthal, ad oggi accertato nel finalese solo nella grotta delle Fate. Purtroppo gli scavi sono bloccati dal 2012 (soprattutto per mancanza di fondi, insufficienti fra l'altro a rimuovere alcuni grandi massi che ne impediscono l'esplorazione) e sara' possibile verificarlo solo se si riuscira' a continuarli superando una cortina di pietre che ha sino a ora impedito di scendere piu' in basso.
Le Arene Candide attirano da sempre l'attenzione degli studiosi: l'episodio piu' conosciuto e clamoroso e' datato al 1942, quando la sovrintendenza di Genova stava completando gli scavi nella caverna. Nel corso della campagna venne alla luce una sepoltura del Paleolitico Superiore risalente a ca. 22.000-24.000 anni fa. Quello che fece letteralmente sobbalzare gli archeologi fu la presenza di un vero e proprio corredo funebre, assolutamente inusuale per l'epoca e quasi unico al mondo: si trattava di un adolescente piuttosto alto per l'epoca (ca. un metro e settanta) inumato con un ricco corredo (una cuffia di conchiglie, "bastoni del comando" d'avorio, un pugnale di selce e ciondoli diversi); al ragazzo mancava buona parte del viso e della spalla sinistra (sicuramente a causa di un brutto incontro con un orso o una tigre dai denti a sciabola allora presenti nel territorio), entrambi ricomposti con applicazioni di ocra gialla (con poteri medicamentosi?) e rossa, materiale utilizzato anche come fondo del sepolcro. E' la notissima "sepoltura del Giovane Principe"! Nel punto del ritrovamento e' stata scoperta una vera e propria necropoli: altre 15 tombe, non parimenti ricche ma tali da lasciar supporre un culto dei defunti e la credenza in una vita dopo la morte.
La caverna ha restituito reperti importanti anche per il periodo neolitico e quello dell'eta' dei metalli, quando venne utilizzata come stalla e area cimiteriale (sono venute alla luce altre tombe e un ricco assortimento di ceramiche).
Per quanto concerne il nome, deriva dalla presenza (ai piedi della falesia che ospita la grotta e ancora esistente nei primi decenni del XX secolo) di una grande duna di sabbia quarzosa bianca, oggi sparita in quanto utilizzata per lavori edili.
Per concludere: molto e' stato fatto ma molto manca ancora per cogliere nella loro interezza i segreti di questo sito. Dalla grotta partono infatti numerosi cunicoli (in parte troncati dai lavori di cava) che percorrono la montagna per diversi chilometri e sono tuttora inesplorati. Se e quando l'attivita' archeologica riprendera' potremmo trovare innumerevoli altre testimonianze del nostro passato.
A questo punto vi lascio alla galleria di fotografie: cliccate sul pulsante sottostante per accedervi.
Alfredo Izeta - settembre 2021
La grotta e' stata ininterrottamente abitata per almeno 35000 anni, dal paleolitico superiore all'epoca bizantina: e' interessante notare la suddivisione sui generis in diversi ambienti (cucine, salotti, camera da letto, stalla, area cimiteriale) riconoscibili ancora oggi dai reperti trovati in loco (di particolare interesse i vasi a bocca quadrata e le statuine della "dea madre").
Dopo un'intensa opera di ricerca, il primo archeologo (Issel) aveva raggiunto gli strati del neolitico (da 5000 a 10000 anni fa) e riteneva che la grotta non celasse altri segreti per la presenza di una lastra di pietra che lasciava presumere di aver toccato il fondo. Solo negli anni '30 del XX secolo un'ispezione della Sovrintendenza di Genova era arrivata a conclusioni opposte. e aveva ripreso a saggiare il sito estraendo un'incredibile quantita' di materiale.
Ai nostri giorni gli scavi arrivano al paleolitico superiore (35000 anni fa): e' probabile che esista una stratigrafia piu' profonda e antica che contenga testimonianze del Neanderthal, ad oggi accertato nel finalese solo nella grotta delle Fate. Purtroppo gli scavi sono bloccati dal 2012 (soprattutto per mancanza di fondi, insufficienti fra l'altro a rimuovere alcuni grandi massi che ne impediscono l'esplorazione) e sara' possibile verificarlo solo se si riuscira' a continuarli superando una cortina di pietre che ha sino a ora impedito di scendere piu' in basso.
Le Arene Candide attirano da sempre l'attenzione degli studiosi: l'episodio piu' conosciuto e clamoroso e' datato al 1942, quando la sovrintendenza di Genova stava completando gli scavi nella caverna. Nel corso della campagna venne alla luce una sepoltura del Paleolitico Superiore risalente a ca. 22.000-24.000 anni fa. Quello che fece letteralmente sobbalzare gli archeologi fu la presenza di un vero e proprio corredo funebre, assolutamente inusuale per l'epoca e quasi unico al mondo: si trattava di un adolescente piuttosto alto per l'epoca (ca. un metro e settanta) inumato con un ricco corredo (una cuffia di conchiglie, "bastoni del comando" d'avorio, un pugnale di selce e ciondoli diversi); al ragazzo mancava buona parte del viso e della spalla sinistra (sicuramente a causa di un brutto incontro con un orso o una tigre dai denti a sciabola allora presenti nel territorio), entrambi ricomposti con applicazioni di ocra gialla (con poteri medicamentosi?) e rossa, materiale utilizzato anche come fondo del sepolcro. E' la notissima "sepoltura del Giovane Principe"! Nel punto del ritrovamento e' stata scoperta una vera e propria necropoli: altre 15 tombe, non parimenti ricche ma tali da lasciar supporre un culto dei defunti e la credenza in una vita dopo la morte.
La caverna ha restituito reperti importanti anche per il periodo neolitico e quello dell'eta' dei metalli, quando venne utilizzata come stalla e area cimiteriale (sono venute alla luce altre tombe e un ricco assortimento di ceramiche).
Per quanto concerne il nome, deriva dalla presenza (ai piedi della falesia che ospita la grotta e ancora esistente nei primi decenni del XX secolo) di una grande duna di sabbia quarzosa bianca, oggi sparita in quanto utilizzata per lavori edili.
Per concludere: molto e' stato fatto ma molto manca ancora per cogliere nella loro interezza i segreti di questo sito. Dalla grotta partono infatti numerosi cunicoli (in parte troncati dai lavori di cava) che percorrono la montagna per diversi chilometri e sono tuttora inesplorati. Se e quando l'attivita' archeologica riprendera' potremmo trovare innumerevoli altre testimonianze del nostro passato.
A questo punto vi lascio alla galleria di fotografie: cliccate sul pulsante sottostante per accedervi.
Alfredo Izeta - settembre 2021
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la colonna sonora del film "2001 - Odissea nello spazio"